L’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI)
ha preso posizione sul complesso tema della mobilità urbana con una iniziativa
di importanza storica. Ha chiesto autorevolmente
che il Codice della strada debba ispirarsi ai principi di mobilità sostenibile
e favorire la mobilità ciclistica e pedonale in città. Le dettagliate proposte
che ha presentato al Ministero dei Trasporti e
Infrastrutture dovrebbero essere
inserite nel decreto ministeriale di modifica del Codice della strada che
entrerà in vigore entro dicembre. A questo risultato ha contribuito l’opera di
sensibilizzazione portata avanti da molte associazioni tra cui la FIAB,
(Federazione Italiana Amici della Bicicletta) di cui fa parte ValdarnoInBici. Ricordiamo per esempio i suggerimenti sulla organizzazione
della mobilità urbana emersi negli Stati generali della Bicicletta e della
Mobilità nuova, tenuti a Reggio Emilia il 5 e 6 ottobre 2012.
Sappiamo che il percorso sarà irto di
difficoltà e forti saranno le opposizioni, ma il dado è tratto e i problemi da
risolvere sono vitali. Abbiamo in più occasioni
evidenziato che la mobilità urbana è oggi assicurata prevalentemente dalle auto
private con le ovvie ricadute su congestione, inquinamento, rumore, parcheggio
selvaggio, occupazione del suolo, incidentalità e compromissione della qualità
degli spazi pubblici urbani.
C’è un solo approccio per migliorare il quadro
urbano in modo duraturo; ridurre la mobilità “insostenibile” ( auto e moto) e
incrementare quella “sostenibile” ( bici, pedoni e trasporto pubblico). La
limitazione dell’uso urbano dell’auto privata non è una scelta ma una
necessità. In futuro anche le auto ibride, elettriche e ad idrogeno non
risolverebbero i problemi di congestione, parcheggio selvaggio, incidentalità,
ecc. Le esperienze avanzate di molte città italiane (per non andare sempre
all’estero) dimostrano che non basta, per esempio, favorire l’uso della bici
per abbassare l’uso dell’auto. Queste valutazioni sono all’origine delle
proposte fatte proprie dall’ANCI che, più in generale, consentiranno di
recuperare la qualità e la vivibilità degli spazi urbani oggi compromesse
dall’eccesso di auto.
Ma quali sono le principali proposte di modifica
del codice della strada?
Sintetizzando :
- Limite di 30 km/h nei centri urbani
- Semafori con la fermata avanzata ai ciclisti
- Doppio senso di circolazione per le bici su strade a senso
unico
- Cessazione obbligo dell’uso di piste ciclabili ove
esistenti
- Pista ciclabile su lato destro della strada nel senso di
marcia
- L’onere di provare la colpa altrui in casi di incidenti
ricade su chi guida il mezzo più pesante - Inail riconosce come infortunio sul
lavoro anche lo spostamento casa-lavoro-casa
- I regolamenti condominiali devono consentire il parcheggio
interno delle bici.
Naturalmente le realtà sono complesse. Prendiamo uno dei
punti più importanti, il limite di velocità di 30 km/h. il rispetto del limite
di velocità è praticamente una precondizione per la realizzazione di aree a
ciclabilità diffusa. Ma l'esperienza insegna che è la realizzazione delle zone
a ciclabilità diffusa la condizione perché il limite si realmente rispettato.
In realtà si tratta di sviluppare l’ambiente idoneo
realizzando le cosiddette ZONE 30. Queste sono caratterizzate da interventi di
moderazione del traffico come rallentatori ottici, dossi, rialzi agli incroci,
cuscini berlinesi, minirotatorie e isole spartitraffico.
Fermo restando che questi accorgimenti non devono ostacolare
i mezzi di soccorso. Vengono inoltre effettuate azioni di riqualificazione
stradale quali: riduzione dello spazio di circolazione automobilistica,
parcheggi realizzati a spina, aumento dello spazio dedicato alla ciclabilità e
alla mobilità pedonale, creazione di aree adibite a scopi sociali. A 30 km/h
ciclista e automobilista possono guardarsi negli occhi.
Infine in queste aree risulta più sicuro e piacevole
muoversi senza usare l’automobile, dunque i cittadini sono maggiormente
invogliati, per i loro spostamenti brevi, a muoversi a piedi o in bicicletta e
a vivere i Centri Abitati in modo diverso e più intelligente.
Per saperne di più leggi l'articolo di Valerio Parigi
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