Sabato 14 maggio abbiamo festeggiato, presso il Centro
Sociale ‘Il Giardino’ il primo
compleanno della Ciclofficina. Un progetto
promosso da FIAB ValdarnoInBici, Centro Sociale ‘Il Giardino’, UISP, Anelli
Mancanti.
La Ciclofficina è un luogo di socialità, dove cittadini e cittadine possono
incontrarsi per imparare l’arte di aggiustarsi
la bici con la guida di persone esperte e la disponibilità degli attrezzi necessari.
Ma alla Ciclofficina non ci si occupa ‘soltanto’ del
recupero di vecchie bici: la Ciclofficina è un luogo dove si recuperano
relazioni tra persone – di Figline e Incisa, di provenienze diverse, di generazioni
diverse –, si recupera la dimensione del lavorare insieme, si recupera l’idea
di una mobilità diversa, più dolce, sostenibile.
Sono tutte dimensioni che hanno bisogno di tempo per
esprimersi pienamente e il fatto che siamo arrivati a festeggiare il primo anno
di attività è molto significativo, perché abbiamo dato continuità al progetto :
la Ciclofficina è infatti aperta tutti i martedì dalle 17.00 alle 19.00.
La Ciclofficina è un progetto ‘povero’ che si è sostenuto,
in questo primo anno con il contributo iniziale dell’ufficio di presidenza del
Consiglio Comunale di Figline e Incisa e con i contributi del Credito Cooperativo,
della Banca di Cambiano, dell’Unipol Sai. Ma anche con il contributo del Comune
di S.Giovanni Valdarno che ha donato alcune bici e parti di bici recuperate dai
depositi della polizia municipale, e con il contributo di numerosissimi
cittadini che hanno donato vecchie bici, attrezzi, e il proprio tempo per
sostenere questo progetto.
Per il futuro ci piacerebbe poter disporre di uno spazio
differente dallo scantinato dove in questo momento il progetto ha preso forma;
sia chiaro che siamo grati al ‘Giardino’ per averci dato questo spazio che
abbiamo curato e che ci ha accolto, ma ci piacerebbe poter uscire da lì e avere
uno spazio più visibile: per questo chiediamo al Comune di fare uno sforzo per
utilizzare spazi attualmente assegnati ad associazioni ‘fantasma’ ma, di fatto,
inutilizzati. La presenza della Presidente del Consiglio Comunale Cristina Simoni,
dell’Assessora Ottavia Meazzini (politiche sociali, intercultura e integrazione)
e di alcuni consiglieri ci ha fatto molto piacere perché hanno potuto toccare
con mano la bellezza del progetto e l’entusiasmo delle persone che lo stanno
portando avanti.
Alla festa erano presenti le persone che hanno avuto modo di
‘incontrare’ e di conoscere la Ciclofficina, di lavorarci, di contribuire alla
sua realizzazione. In particolare erano presenti molti migranti, richiedenti
asilo, ospitati a Palazzolo, che hanno partecipato costantemente al lavoro
della Ciclofficina e hanno contribuito in modo fattivo al suo funzionamento;
per ringraziarli e per rafforzare un legame di collaborazione e conoscenza
reciproca abbiamo donato loro 4 biciclette aggiustate insieme nella
Ciclofficina.
Sempre nel corso della festa abbiamo donato la tessera
onoraria di FIAB ValdarnoInBici a Graziano, che nel corso di quest’anno, ci ha
donato la sua sapienza e la sua passione per le biciclette; la Ciclofficina non
sarebbe quello che è ora, senza il suo aiuto.
La festa ha avuto inizio con una biciclettata che ha toccato
le varie infrastrutture ciclabili (e non) di Figline. Se la pista ciclabile di
via Roma e di via Locchi si può effettivamente
percorrere in sicurezza, così come gli argini dell’Arno (futura sede della Ciclopista
dell’Arno finanziata dalla Regione Toscana), ci sono in realtà molti tratti
incompleti e poco sicuri (per non dire pericolosi): da capire ad esempio perché
sia indicata come ciclabile il tratto di strada davanti alla ex-Pirelli; da
segnalare la pericolosità del ‘marciapiede dipinto di rosso’ che passa davanti alla
scuola Cavicchi; da completare il tratto di via Brodolini con la necessaria
separazione della carreggiata delle macchine da quella delle biciclette. E
ancora: prevedere nelle strade ‘nuove’, e penso ad esempio a Via Pertini dove
lo spazio è sufficiente, una segnaletica che aiuti i ciclisti a muoversi in
sicurezza.
Come già detto altre volte sembra sempre che manchi un
progetto di insieme, complessivo: tutti i tratti di ciclabile sono separati e
sono quindi una serie di ‘spezzoni’ poco utilizzabili in modo organico; alcuni
tratti non si possono nemmeno chiamare ‘piste ciclabili’; spesso vengono messi
in contrapposizione fra loro i soggetti deboli della strada – pedoni e
ciclisti; ad esempio prevedendo, scelta completamente sbagliata, tratti di
ciclabile che occupano interamente il marciapiede – e questo ci dispiace.
ValdarnoInBici comunque è una realtà presente sul
territorio del Valdarno e, come abbiamo sempre fatto (ultimamente anche in rapporto con
l’amministrazione di S.Giovanni in occasione del nuovo piano della viabilità
recentemente approvato che rilancia in modo significativo la mobilità pedonale
e ciclistica) siamo disponibili a mettere a
disposizione dell’amministrazione e dei cittadini (gratuitamente) le nostre
competenze e la nostra passione.