la bici è ...

la bici è ... economica, ecologica, salutare, segno di civiltà: INTELLIGENTE!

"La bicicletta richiede poco spazio. Se ne possono parcheggiare diciotto al posto di un auto, se ne possono spostare trenta nello spazio divorato da un unica vettura. Per portare quarantamila persone al di là di un ponte in un ora, ci vogliono dodici corsie se si ricorre alle automobili e solo due se le quarantamila persone vanno pedalando in bicicletta"

Ivan Illich "elogio della bicicletta"

mercoledì 20 novembre 2013

I risultati dell'indagine nazionale della FIAB sui furti di biciclette

Ogni anno, nel nostro Paese, vengono rubate circa 320.000 biciclette: per i ciclisti italiani la paura di essere derubati è seconda solo a quella di essere investiti. Ecco i risultati della 1° indagine nazionale sui furti di biciclette, condotta da FIAB (giovedì 21 novembre a Milano  il convegno “Ladri di biciclette. Ieri, oggi. E domani?”  per definire linee per il contrasto al furto delle biciclette).
Per moltiplicare il numero dei ciclisti dentro e fuori i centri urbani e per sostenere i progetti di mobilità sostenibile e tutela ambientale è indispensabile occuparsi seriamente anche dei ladri di biciclette.

Lo sa bene FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta che, in occasione del 65° anniversario della prima proiezione del capolavoro di Vittorio De Sica “Ladri di Biciclette” (24 novembre 1948) promuove il 1° Convegno Nazionale sul Furto di Biciclette, il 21 novembre a Milano.

Obiettivo dell’iniziativa, che vede coinvolti più attori, quello di definire delle “linee guida” utili alla redazione di piani comunali di contrasto al furto delle biciclette e di pubblicarle in un quaderno tecnico a disposizione degli amministratori attenti alla promozione della mobilità sostenibile e degli spostamenti sulle due ruote a pedali.

A differenza di quanto succede nella maggior parte degli altri paesi europei, in Italia non esistono dati sul problema dei furti di biciclette. Eppure il fenomeno ha pesanti ripercussioni anche sull’economia del nostro Paese e, secondo le stime di FIAB e Confindustria ANCMA, genera ogni anno un danno pari a 150 milioni di Euro, composto dai mancati introiti per l’industria nazionale della bicicletta, incluso l’indotto, e dalle transazioni in nero che sfuggono a ogni controllo d’imposta. A questo si aggiungono i danni legati alla sicurezza: chi ha subito un furto è più incline ad acquistare una bici a basso costo, spesso proveniente da mercati extraeuropei e, in genere, di inferiori standard di sicurezza, oppure a rivolgersi al mercato dell’usato, talvolta di dubbia provenienza, concorrendo, di fatto, al reato di ricettazione.

Per sviluppare un piano articolato di contrasto al furto è necessario inquadrare il problema. Ecco perchè FIAB ha deciso di scattare una prima fotografia del fenomeno dei furti di biciclette in Italia, e si è fatta promotrice di un’indagine su tre fronti che ha coinvolto le prefetture, i comuni capoluoghi di provincia e i cittadini/ciclisti. Attraverso specifici questionari, i destinatari dell’indagine FIAB sono stati invitati a fornire, rispettivamente, i dati sulle denunce ricevute; risposte sulle azioni concrete di sviluppo e sicurezza per l’incentivazione all’uso della bicicletta negli spostamenti urbani, nonché sulle attività e sugli strumenti già in essere per il contrasto al furto; infine i questionari realizzati sui ciclisti hanno attestato la quantità dei furti subiti negli ultimi due anni e le denunce inoltrate, evidenziando che si tratta di un fenomeno in crescita.

Per quanto disomogenei tra loro, poiché riferiti ad aree geografiche diverse per tipologia, stili di vita, gestione della mobilità, ecc., i dati riferiti all’anno 2012 parlano comunque chiaro: solo il 40% dei furti viene regolarmente denunciato.
Dice Giulietta Pagliaccio, presidente FIAB-onlus: “Aver scelto già da mesi di occuparci del fenomeno del furto delle biciclette in Italia ed esserci attivati per lo sviluppo di un articolato piano di contrasto al furto mettendo a confronto i molti attori coinvolti nel nostro Paese, rappresenta un primo concreto passo per seguire e sostenere lo sviluppo del movimento ciclistico di cui la nostra federazione, con i suoi 25 anni di attività e gli oltre 20.000 soci, è l’interlocutore di riferimento. Il convegno in programma a Milano il 21 novembre sarà il punto di arrivo di un lavoro svolto da noi fino ad oggi ma, soprattutto, il punto di partenza per un importante momento di confronto con le istituzioni, nell’obiettivo di promuovere una strategia nazionale di contrasto al furto di biciclette”.

“Affrontare, in maniera concreta, il tema dei furti significa proseguire nella direzione che vede Confindustria ANCMA impegnata da sempre nella diffusione della cultura delle due ruote” – afferma Pier Francesco Caliari, direttore generale di ANCMA, l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori – “A fronte dei risultati che saranno illustrati in occasione del convegno del 21 novembre, chiediamo agli enti locali una maggiore attenzione per contrastare questo fenomeno, che pesa per circa 150 milioni di euro sulla nostra economia. Dunque rastrelliere, parcheggi, registrazioni bici, campagne di sensibilizzazione per la denuncia e una concentrazione costante da parte delle forze dell’ordine anche verso i furti, sempre più frequenti, nei negozi specializzati”.

"Come delegato ANCI sulle questioni riguardanti la mobilità voglio ringraziare FIAB per questa importante indagine che mette in luce quanto la costante crescita dei ciclisti metropolitani renda più che mai necessaria un'attenzione a livello nazionale sui furti di biciclette", ha dichiarato Pierfrancesco Maran, assessore del Comune di Milano e Delegato nazionale Anci per la Mobilità. "A Milano abbiamo cominciato con la posa di oltre 1800 nuovi posti bici anche all'interno di parcheggi di interscambio, ai quali è possibile legare ruota e telaio, la Polizia Locale sta facendo un grande lavoro che ha portato al recupero di oltre 200 bici nell'ultimo anno, e sul sito 'Milano in bici' è possibile trovare consigli sugli accorgimenti da prendere per ridurre la possibilità di furti e informazioni su cosa fare quando accade. Il lavoro da svolgere è ancora tanto e per questo continueremo a lavorare insieme per portare una proposta concreta al Governo".

giovedì 14 novembre 2013

L’ANCI, LA FIAB E LA MOBILITA’ SOSTENIBILE - ValdarnoInBici spiega l’iniziativa


L’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) ha preso posizione sul complesso tema della mobilità urbana con una iniziativa di importanza storica. Ha chiesto autorevolmente che il Codice della strada debba ispirarsi ai principi di mobilità sostenibile e favorire la mobilità ciclistica e pedonale in città. Le dettagliate proposte che ha presentato al Ministero dei Trasporti e Infrastrutture dovrebbero essere inserite nel decreto ministeriale di modifica del Codice della strada che entrerà in vigore entro dicembre. A questo risultato ha contribuito l’opera di sensibilizzazione portata avanti da molte associazioni tra cui la FIAB, (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) di cui fa parte ValdarnoInBici. Ricordiamo per esempio i suggerimenti sulla organizzazione della mobilità urbana emersi negli Stati generali della Bicicletta e della Mobilità nuova, tenuti a Reggio Emilia il 5 e 6 ottobre 2012.

Sappiamo che il percorso sarà irto di difficoltà e forti saranno le opposizioni, ma il dado è tratto e i problemi da risolvere sono vitali. Abbiamo in più occasioni evidenziato che la mobilità urbana è oggi assicurata prevalentemente dalle auto private con le ovvie ricadute su congestione, inquinamento, rumore, parcheggio selvaggio, occupazione del suolo, incidentalità e compromissione della qualità degli spazi pubblici urbani.
C’è un solo approccio per migliorare il quadro urbano in modo duraturo; ridurre la mobilità “insostenibile” ( auto e moto) e incrementare quella “sostenibile” ( bici, pedoni e trasporto pubblico). La limitazione dell’uso urbano dell’auto privata non è una scelta ma una necessità. In futuro anche le auto ibride, elettriche e ad idrogeno non risolverebbero i problemi di congestione, parcheggio selvaggio, incidentalità, ecc. Le esperienze avanzate di molte città italiane (per non andare sempre all’estero) dimostrano che non basta, per esempio, favorire l’uso della bici per abbassare l’uso dell’auto. Queste valutazioni sono all’origine delle proposte fatte proprie dall’ANCI che, più in generale, consentiranno di recuperare la qualità e la vivibilità degli spazi urbani oggi compromesse dall’eccesso di auto.

Ma quali sono le principali proposte di modifica del codice della strada?
Sintetizzando :

- Limite di 30 km/h nei centri urbani
- Semafori con la fermata avanzata ai ciclisti
- Doppio senso di circolazione per le bici su strade a senso unico
- Cessazione obbligo dell’uso di piste ciclabili ove esistenti
- Pista ciclabile su lato destro della strada nel senso di marcia
- L’onere di provare la colpa altrui in casi di incidenti ricade su chi guida il mezzo più pesante - Inail riconosce come infortunio sul lavoro anche lo spostamento casa-lavoro-casa
- I regolamenti condominiali devono consentire il parcheggio interno delle bici.
 
Naturalmente le realtà sono complesse. Prendiamo uno dei punti più importanti, il limite di velocità di 30 km/h. il rispetto del limite di velocità è praticamente una precondizione per la realizzazione di aree a ciclabilità diffusa. Ma l'esperienza insegna che è la realizzazione delle zone a ciclabilità diffusa la condizione perché il limite si realmente rispettato.
In realtà si tratta di sviluppare l’ambiente idoneo realizzando le cosiddette ZONE 30. Queste sono caratterizzate da interventi di moderazione del traffico come rallentatori ottici, dossi, rialzi agli incroci, cuscini berlinesi, minirotatorie e isole spartitraffico.
Fermo restando che questi accorgimenti non devono ostacolare i mezzi di soccorso. Vengono inoltre effettuate azioni di riqualificazione stradale quali: riduzione dello spazio di circolazione automobilistica, parcheggi realizzati a spina, aumento dello spazio dedicato alla ciclabilità e alla mobilità pedonale, creazione di aree adibite a scopi sociali. A 30 km/h ciclista e automobilista possono guardarsi negli occhi.
Infine in queste aree risulta più sicuro e piacevole muoversi senza usare l’automobile, dunque i cittadini sono maggiormente invogliati, per i loro spostamenti brevi, a muoversi a piedi o in bicicletta e a vivere i Centri Abitati in modo diverso e più intelligente.

Per saperne di più leggi l'articolo di Valerio Parigi


martedì 12 novembre 2013

Il cuore e la filosofia del cicloturismo al Cicl@tur di Arezzo

Ad Arezzo apre i battenti Agri@tour e, all'interno di questo evento, Cicl@tur un Salone dedicato al Cicloturismo in collaborazione tra Arezzofiere e FIAB.
Molti gli eventi previsti, tra i quali venerdì 15 novembre, giorno di apertura, il seminario "Le reti ciclabili regionali e i servizi per il cicloturismo" con rappresentanti di Regione Toscana e FIAB.
Sabato 16 alcuni autori presenteranno i loro libri "in sella ad una bicicletta": Fabio Masotti, Walter Bernardi, Pier Angiolo Mazzei.
Si parlerà anche di ferrovie dimenticate con Umberto Rovaldi.
Presenti inoltre stand ed iniziative delle due manifestazioni toscane d'epopea ciclistica più famose, l'Eroica e l'Intrepida.
Insomma non si può mancare (e per i soci FIAB ingresso scontato)

E' appurato che l'Italia e la Toscana in testa sono al primo posto tra i luoghi del desiderio dei turisti sia tradizionali che a mezzo bici. Non riusciamo però a sfruttare appieno questo fenomeno perché in Italia non si riesce a " fare sistema"  e a garantire infrastrutture adeguate e servizi come invece fanno i nostri competitor sul piano internazionale.

Con questo evento ci si propone quindi, con il supporto di enti pubblici e privati e associazioni varie, di creare una Rete per fornire il massimo di supporto e ospitalità a chi cerca di visitare il nostro Paese; quest'anno, nonostante la crisi, tra numerosi espositori saranno presenti:
  • Tour Operator specifici e guide
  • Strutture ed eventi famosi quali l'Eroica e l'Intrepida
  • Associazioni e Onlus, in primis Fiab e TCI
  • Infine i Territori, che legano, secondo un filo ideale, le regioni del Trentino-Alto Adige ed il Friuli- tradizionali punti di ingresso in Italia per migliaia di cicloturisti - proseguendo poi secondo le direttrici delle maggiori ciclo vie europee come l'Eurovelo 7 ( che va da Capo Nord a Malta ) nelle Terre di Liguria ed Emilia, per arrivare poi alla Toscana,  Umbria e Marche  - veri centri nodali ove passano famose Strade come la via Francigena, il Cammino di San Francesco, la Ciclopista del Sole, la ciclopista tirrenica,  la ciclopista dei due mari tirreno-adriatica,  ed altre ancora che permettono di visitare e godere al meglio quello che è un paradiso per cicloturisti e appassionati di storia ed arte.
    Il filo ideale del salone collega poi magnifiche regioni del Sud come Campania, Puglia e Basilicata per terminare in Sicilia, con i suoi gioielli perfettamente fruibili in modalità "slow travel" e - senza dimenticare altre regioni e la Sardegna, presente con un proprio stand - rappresenta un' altra irrinunciabile tappa per chi visiti l'Europa.
Il Salone sarà poi arricchito da numerose conferenze e tavole rotonde che faranno il punto sulla situazione del Cicloturismo e della sua importanza per i Territori.

Per il programma completo clicca qui.

sabato 9 novembre 2013

AUTUMNIA FINITA IN ANTICIPO!

ATTENZIONE, ATENTION, ACHTUNG:
come la tradizione vuole siamo riusciti a far piovere anche questa volta..

LA BICICLETTATA PREVISTA OGGI PER LE ORE 10.00  E' ANNULLATA.

Inoltre purtroppo il gazebo in nostra dotazione, gentilmente concesso dall'amico Ottica Flash non ha retto l'acqua della notte ed è crollato, quindi Autumnia 2013 per noi finisce con largo anticipo.
un grazie a chi ha condiviso lo smontaggio sotto l'acqua della mattina e a chi si è reso disponibile per questi giorni...
ah e già che ci siamo un grazie al Comune di Figline che non ci ha concesso lo spazio tra le associazioni riconosciute della manifestazione dicendo che siamo un'associazione "sportiva"...ormai rinunciamo a far capire loro che noi non promuoviamo uno sport ma un diverso modo di vivere la mobilità, con progetti per cittadini, bambini e proposte per gli amministratori...o forse proveremo a farglielo capire in campagna elettorale quando sono tutti molto più disposti ad ascoltare gli altri.
A presto!