Giovedì 3
ottobre il nostro sindaco Nocentini , accompagnato dal responsabile
dell’Ufficio tecnico comunale Ing. Badii, ha raccolto il nostro invito di fare
qualche pedalata insieme per andare a scoprire, rigorosamente in sella alla sua
nuovissima bici, quali sono alcuni dei problemi principali di chi pedala
quotidianamente da anni a Figline.
Il nostro
obiettivo era quello di far vivere in prima persona ai nostri compagni di
sella, le sensazioni piacevoli e sgradevoli che si ha quando si pedala per
Figline.
E tra una
pedalata e l’altra abbiamo cercato nel nostro piccolo di indicare alcuni
piccoli (e grandi) accorgimenti che potrebbero veramente migliorare la
situazione della viabilità e potrebbero incentivare e promuovere una mobilità
sostenibile.
Ma andiamo
per ordine…
Prima di
partire dalla sede comunale, abbiamo chiesto qualche delucidazione in merito
all’iter dell’approvazione del Piano della mobilità ciclabile, di cui siamo in
attesa dalla
primavera scorsa, del suo inserimento all’interno del Piano Strutturale.
Le risposte
sono state che per il Piano per la mobilità ciclistica a breve si terrò
l’audizione consiliare in cui verrà descritto ai membri del Consiglio Comunale
e nelle immediate settimane successive sarà approvato.
E’ stato poi
il momento di salire in sella e abbiamo iniziato la passeggiata percorrendo
alcune strade del Centro storico per il quale da più di un anno chiediamo
l’adozione di una Zona 30, una zona in cui le macchine non possono circolare a
più di 30 km/h, rendendo più piacevole e più sicura la convivenza tra i veicoli
a motore e gli utenti della mobilità debole (ciclisti, pedoni, disabili, ecc.).
Riteniamo fortemente che l’attivazione della Zona30 sia anche un modo per
rilanciare e riqualificare un Centro storico figlinese un po’ spento negli
ultimi anni.
Arrivati a
Piazza Serristori ci siamo diretti in direzione della Stazione ferroviaria, il
luogo fulcro delle migliaia di pendolari valdarnesi che lavorano nei vicini
capoluoghi. Ma per accedere in Stazione con la bicicletta provenendo dal
Centro, naturalmente abbiamo dovuto seguire la viabilità ordinaria percorrendo
V.le Gramsci fino a Via B. Pampaloni, siamo dovuti scendere dalla bicicletta
per attraversare la strada (non esistono attraversamenti ciclabili), risalire
in sella e arrivare alla Stazione da Via della Vetreria…e tutto questo giro si
sarebbe potuto scongiurare rendendo il tratto di Via Locchi a doppio senso solo
per le biciclette (è necessario solamente eliminare circa 8 posti auto di
quelli a pagamento).
Abbiamo così
potuto introdurre il sindaco e i suoi collaboratori, a questa norma utilizzata
in modo diffusissimo in tutto il civile Nord-Europa e ormai entrato in vigore
in moltissimi Comuni italiani: strade in cui le biciclette possono circolare in
entrambe i sensi, mentre le auto continuano ad essere vincolate dal Senso
Unico.
Già che
eravamo nei pressi, abbiamo segnalato la carenza di rastrelliere per le tante
bici in stazione, che obbligano i proprietari ad utilizzare i muri e i pali
come appoggio per le biciclette che numericamente superano di gran lunga il
numero dei pochi parcheggi per bici presenti.
E’ stato poi
il momento di percorrere insieme il tragitto verso la scuola Cavicchi, passando
sulla contestata pista ciclabile sul marciapiede. E pedalando c’è stato modo di
confrontarsi sul fatto che le biciclette dovrebbero offrire una valida
alternativa sana, ecologica e intelligente rispetto alle auto, quindi le piste
ciclabili dovrebbero togliere lo spazio alle automobili, non ai pedoni.
Abbiamo
anche chiesto informazioni sullo stato dei lavori del passaggio pedonale tra piazza
salvo d’acquisto (la piazza delle Poste) e i giardini di Cavicchi. La risposta
è stata che la competenza è delle Ferrovie e che il comune non sa quando
termineranno i lavori.
Giunti
davanti alla scuola Cavicchi abbiamo avuto modo di esaminare la situazione
degli spazi davanti alle scuole, teatro di veri e proprio assembramenti di
automobili e di affollamenti di persone a piedi che non avendo uno spazio a
disposizione, sostano nel piazzale sulla sede stradale: perché non permettere
di sfruttare una parte del giardino delle scuole per attendere le entrate e le
uscite dei bambini? A questa domanda ci è stato risposto che l’Ufficio Tecnico
analizzerà la situazione nelle prossime settimane e cercherà di trovare una
soluzione in collaborazione con la dirigente scolastica.
Da Cavicchi
siamo ripartiti in direzione Ponte del Matassino lì vicino..ma anche qui, non
avendo la possibilità di sfruttare una Via B. Pampaloni a doppio senso per le
sole biciclette, abbiamo dovuto fare tutto il giro da Via Fratelli Cervi e
percorrere la rotonda davanti alla Lidl con i rischi che ne conseguono. E’ un
peccato che una direttrice lineare e breve come Via B. Pampaloni non sia
sfruttabile in entrambe i sensi dalle bici: questa strada infatti rappresenta
l’asse diretto tra il centro di Figline e Matassino e potrebbe contribuire a
far lasciare qualche auto in più a casa.
Arrivati
alla rotonda del Ponte di Matassino abbiamo analizzato in loco il progetto in
via di esecuzione di raccordare il ponte con Piazza Speranza e successivamente
a Via B. Pampaloni e Via don Mazzolari, sottolineando l’importanza della
perfetta visibilità dell’attraversamento ciclabile di Via Pertini (la
variantina) adottando tecniche come il rialzamento dell’intero attraversamento
o restringendo fortemente la sede stradale. In caso contrario attraversare tale
strada in bicicletta sarebbe una fonte di pericolo estremo, vista la velocità
con cui le automobili procedono.
Da lì, poi
abbiamo approfittato delle due strisce a margine di Via Pertini che dovrebbero
diventare due corsie ciclabili (una per senso di marcia come previsto dal DPR
557/99) che non avrebbero bisogno di altro se non di un’adeguata segnaletica
orizzontale visibile giorno e notte….ma quando lo faranno? E anche qui il
sindaco ha promesso un intervento in breve tempo (anche se quella nuova strada
sarebbe dovuta nascere già con uno spazio esclusivo per pedoni e ciclisti come
previsto dalla L 366/98).
Passando
dalla rotonda vicino ai campi sportivi abbiamo segnalato la possibilità di
connettersi direttamente alla pista ciclabile di Via Brodolini e alla zona
commerciale e industriale e quindi unirebbe realmente in maniera ciclabile il
nuovo Comune Unico, se solo ci fosse una passerella di superamento del fosso…ma
anche qui secondo le indicazioni degli amministratori dovremo aspettare gli
anni che ci vorranno per terminare (o
almeno iniziare) i lavori di realizzazione della variante. (anche se una
passerella a norma forse non avrebbe un costo così dispendioso in termini di
tempo e di soldi).
Per finire ,
pedalando non senza qualche difficoltà su Via Roma, abbiamo segnalato il
problema che si incontra sulla direttrice Ponterosso - il Centro Storico…attualmente
le uniche alternative possibili sono la
salita di Viale Galilei (il viale a monte poco appetibile per chi pedala) o la
trafficatissima (e quindi pericolosissima) Via Roma. E la nostra proposta anche
qui è stato di introdurre un “doppio senso ciclabile”
su Corso Vittorio Veneto, come avevamo proposto nella serata sulla mobilità sostenibile che avevamo organizzato ad Aprile, e come dovrà essere discusso nella Commissione competente in comune dopo nostra richiesta.
su Corso Vittorio Veneto, come avevamo proposto nella serata sulla mobilità sostenibile che avevamo organizzato ad Aprile, e come dovrà essere discusso nella Commissione competente in comune dopo nostra richiesta.
Insomma è
stato un giro breve, che non ha potuto esaminare e illustrare le altre problematiche
della ciclabilità figlinese (come ad esempio Via del Cesto, la viabilità di
connessione tra gli argini e i nuclei di Carresi e Restone, la connessione
Campeggio-centro storico che contribuirebbe ad aumentare l’afflusso di turisti
in paese con conseguente ritorno economico,ecc. ecc.) ma è stato un primo
approccio diretto per far toccare con mano che Figline e la vallata valdarnese,
grazie alla loro morfologia in bicicletta, si girano bene, ma potrebbero essere
più amiche della bicicletta se solo si realizzassero dei piccoli interventi che
aumenterebbero in maniera elevatissima la sicurezza di chi sceglie di lasciare
l’auto a casa e decidesse di muoversi con di un mezzo intelligente, sano ed
economico come la bicicletta.
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